PENNE - Penne caput mundi. Grazie ai successi ottenuti domenica dalle due squadre, la città vestina è balzata agli onori delle cronache calcistiche abruzzesi per un ein plein. E se i biancorossi di Camplone sono a metà dell’opera, visto che per festeggiare l’approdo in serie D dovranno ora superare la Benacense (dopo aver eliminato nel primo turni i capitolini dell’Almas), i cugini della Vestina il percorso lo hanno già completato, battendo nella finale decisiva gli aquilani dell’Amiternina, classificatisi al secondo posto nel girone A del campionato di Promozione.
Aquilani che faranno un tifo indiavolato per Correa e soci, la cui promozione in D, per effetto di quanto prevede il regolamento, schiuderebbe automaticamente loro le porte dell’Eccellenza, mentre in caso di eventuale ripescaggio dei vestini, a beneficiare del posto libero sarebbe il retrocesso Luco. Tornando alla doppia sfida con l’Almas, la squadra del presidente Gianluigi Di Nino ha evidenziato un’assoluta superiorità tecnica, battendo i romani sia all’andata che nel ritorno. Un buon viatico in vista del confronto decisivo che, come detto, vedrà l’undici biancorosso opposto alla Benacense, formazione trentina approdata al secondo turno della fase interregionale dei play off, in virtù dei risultati (vittoria casalinga per 3-2 e pareggio per 1-1 in terra ligure) ottenuti contro la Sestrese. Domenica l’andata. L’elevata distanza tra i centri impedirà esodi di massa, ma i calorosissimi supporters abruzzesi (in particolare gli appartenenti al gruppo denominato Neuro) si stanno già organizzando per la trasferta decisiva, in programma il 12 giugno. Del resto, per un traguardo così importante, vale la pena di sobbarcarsi qualche centinaio di chilometri pur di sostenere i propri beniamini. Spulciando negli annali, infatti, il Penne, la cui storia calcistica risale al lontano 1924, ha militato a lungo in serie D, categoria nella quale approdò, per la prima volta, nella stagione 1980-1981, per poi restarvi per ben quindici campionati di fila: un vero e proprio record. L’ultima apparizione in Quarta Serie è datata maggio 1996 e di quella stagione, conclusasi con la retrocessione in Eccellenza, vale la pena di ricordare la quaterna rifilata al Civitacastellana dal bomber Oscar Di Matteo, recentemente tornato alla ribalta per le perfomances calcistico-televisive nelle file del Cervia. L’altra curiosità riguarda poi l’attaccante Mirko Panico, unico superstite in biancorosso di quella formazione. Per quanto concerne, invece, la Benacense, si tratta di una squadra trentina, precisamente di Riva del Garda. Allenata da Luciano Gabrielli, ha chiuso regular season del proprio girone di Eccellenza al primo posto (con 62 punti in 30 gare), appaiata però al Vallagarina, da cui è stata poi sconfitta nel decisivo spareggio-promozione, che l’ha costretta ai play off con le seconde delle altre regioni. Abitualmente schierata col 4-4-2, la compagine biancoverde ha nel reparto difensivo (25 gol subiti in 30 incontri) il punto di forza, mentre in attacco può contare sulla coppia Cosa-Del Negro (27 reti in due: 15 il primo, 12 il secondo). Sono i giocatori più rappresentativi, oltre all’esperto centrocampista Claudio Ischia (ex Vis Pesaro), autore proprio domenica scorsa del gol qualificazione. Scarso l’apporto dei tifosi, che nelle gare casalinghe si attestano sulle 150 unità.
Aquilani che faranno un tifo indiavolato per Correa e soci, la cui promozione in D, per effetto di quanto prevede il regolamento, schiuderebbe automaticamente loro le porte dell’Eccellenza, mentre in caso di eventuale ripescaggio dei vestini, a beneficiare del posto libero sarebbe il retrocesso Luco. Tornando alla doppia sfida con l’Almas, la squadra del presidente Gianluigi Di Nino ha evidenziato un’assoluta superiorità tecnica, battendo i romani sia all’andata che nel ritorno. Un buon viatico in vista del confronto decisivo che, come detto, vedrà l’undici biancorosso opposto alla Benacense, formazione trentina approdata al secondo turno della fase interregionale dei play off, in virtù dei risultati (vittoria casalinga per 3-2 e pareggio per 1-1 in terra ligure) ottenuti contro la Sestrese. Domenica l’andata. L’elevata distanza tra i centri impedirà esodi di massa, ma i calorosissimi supporters abruzzesi (in particolare gli appartenenti al gruppo denominato Neuro) si stanno già organizzando per la trasferta decisiva, in programma il 12 giugno. Del resto, per un traguardo così importante, vale la pena di sobbarcarsi qualche centinaio di chilometri pur di sostenere i propri beniamini. Spulciando negli annali, infatti, il Penne, la cui storia calcistica risale al lontano 1924, ha militato a lungo in serie D, categoria nella quale approdò, per la prima volta, nella stagione 1980-1981, per poi restarvi per ben quindici campionati di fila: un vero e proprio record. L’ultima apparizione in Quarta Serie è datata maggio 1996 e di quella stagione, conclusasi con la retrocessione in Eccellenza, vale la pena di ricordare la quaterna rifilata al Civitacastellana dal bomber Oscar Di Matteo, recentemente tornato alla ribalta per le perfomances calcistico-televisive nelle file del Cervia. L’altra curiosità riguarda poi l’attaccante Mirko Panico, unico superstite in biancorosso di quella formazione. Per quanto concerne, invece, la Benacense, si tratta di una squadra trentina, precisamente di Riva del Garda. Allenata da Luciano Gabrielli, ha chiuso regular season del proprio girone di Eccellenza al primo posto (con 62 punti in 30 gare), appaiata però al Vallagarina, da cui è stata poi sconfitta nel decisivo spareggio-promozione, che l’ha costretta ai play off con le seconde delle altre regioni. Abitualmente schierata col 4-4-2, la compagine biancoverde ha nel reparto difensivo (25 gol subiti in 30 incontri) il punto di forza, mentre in attacco può contare sulla coppia Cosa-Del Negro (27 reti in due: 15 il primo, 12 il secondo). Sono i giocatori più rappresentativi, oltre all’esperto centrocampista Claudio Ischia (ex Vis Pesaro), autore proprio domenica scorsa del gol qualificazione. Scarso l’apporto dei tifosi, che nelle gare casalinghe si attestano sulle 150 unità.
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