E’ terminato in parità il big-match di Eccellenza tra Alba Adriatica e Montereale, consentendo ai teramani di conservare il primato in classifica, ma favorendo il riavvicinamento di Atessa e Angolana, entrambe vittoriose, al pari del Luco, salito a quota 13 in virtù del successo conquistato a spese dello Scerne.
Ma a fare notizia è soprattutto la situazione venutasi a creare a Penne, dove la sconfitta interna col Notaresco ha acuito le tensioni della vigilia, innescate dalle dimissioni (a quanto pare irrevocabili) del vice-presidente Luciano Di Simone e del ds Roberto Druda. Alla base del loro gesto le profonde divergenze con l’attuale dirigenza, facente capo al presidente Di Nino e al dg Cantagallo. «Per una serie di circostanze», conferma lo stesso Druda, «c’è una scollatura tra la squadra e mister Mancini e la situazione di disagio la si avverte sul campo, tant’è vero che pur avendo un ottimo organico, non riusciamo più a vincere. Pertanto, c’è una sola soluzione: cambiare allenatore e decidere con il nuovo tecnico le mosse da effettuare in sede di mercato. Lo abbiamo fatto presente ai dirigenti e davanti al loro diniego non potevamo far altro che andar via».
Immediata la replica del dg Pino Cantagallo: «Premesso che anche noi abbiamo a cuore le sorti di questo club, vorrei far presente che il tecnico che difendiamo (e che è stato ufficialmente riconfermato, al termine di un consiglio straordinario tenutosi ieri pomeriggio, ndc) è lo stesso da loro scelto, nel luglio scorso, in sostituzione di Donatelli, oggi acclamato a gran voce da quelle stesse persone che un anno fa, di questi tempi, lo contestavano aspramente. Questo per dire che Mancini è stata una precisa scelta di chi ci ha preceduto. Scelta che il nostro gruppo ha poi avallato a settembre, al momento di rilevare le quote societarie. Altro aspetto da chiarire», prosegue Cantagallo, «è poi quello relativo alle presunte spaccature interne allo spogliatoio. Sono tutte falsità, avendo interpellato uno per uno i giocatori e avendo da loro ricevuto assicurazioni circa la volontà di andare avanti con Mancini, che gode pertanto della nostra fiducia. Ringraziamo Di Simone per quanto ha fatto in questi anni e siamo pronti a riaccoglierlo in qualsiasi momento, ma per noi la coerenza viene prima di tutto, e in funzione di essa abbiamo deciso di agire».
Anche il patron dell’Ortona difende a spada tratta il suo allenatore: «D’Orazio non si tocca», conferma il presidente Lucio Cupello, «essendo il meno responsabile dell’attuale situazione, per la quale potrebbero invece pagare un paio di giocatori, che alla riapertura del mercato novembrino potrebbero andar via. Domenica la squadra ha giocato male, ma siamo ugualmente fiduciosi di poter presto risalire la china».
Obiettivo simile a quello del Casoli, che sta per annunciare l’avvicendamento tecnico tra Gino Ranieri e Leonardo Di Florio (un ritorno, il suo). Questi, dopo aver visto la squadra all’opera con l’Atessa, ha preteso almeno un rinforzo per reparto.
Una precisazione da Notaresco: «Qualcuno», spiega Mario D’Alessandro, «ha annunciato il mio insediamento al vertice del club, ma ha precorso i tempi, visto che non c’è ancora nulla di ufficiale e che comunque la mia sarebbe solo una co-presidenza, accanto a Pietro Giansante».
Ma a fare notizia è soprattutto la situazione venutasi a creare a Penne, dove la sconfitta interna col Notaresco ha acuito le tensioni della vigilia, innescate dalle dimissioni (a quanto pare irrevocabili) del vice-presidente Luciano Di Simone e del ds Roberto Druda. Alla base del loro gesto le profonde divergenze con l’attuale dirigenza, facente capo al presidente Di Nino e al dg Cantagallo. «Per una serie di circostanze», conferma lo stesso Druda, «c’è una scollatura tra la squadra e mister Mancini e la situazione di disagio la si avverte sul campo, tant’è vero che pur avendo un ottimo organico, non riusciamo più a vincere. Pertanto, c’è una sola soluzione: cambiare allenatore e decidere con il nuovo tecnico le mosse da effettuare in sede di mercato. Lo abbiamo fatto presente ai dirigenti e davanti al loro diniego non potevamo far altro che andar via».
Immediata la replica del dg Pino Cantagallo: «Premesso che anche noi abbiamo a cuore le sorti di questo club, vorrei far presente che il tecnico che difendiamo (e che è stato ufficialmente riconfermato, al termine di un consiglio straordinario tenutosi ieri pomeriggio, ndc) è lo stesso da loro scelto, nel luglio scorso, in sostituzione di Donatelli, oggi acclamato a gran voce da quelle stesse persone che un anno fa, di questi tempi, lo contestavano aspramente. Questo per dire che Mancini è stata una precisa scelta di chi ci ha preceduto. Scelta che il nostro gruppo ha poi avallato a settembre, al momento di rilevare le quote societarie. Altro aspetto da chiarire», prosegue Cantagallo, «è poi quello relativo alle presunte spaccature interne allo spogliatoio. Sono tutte falsità, avendo interpellato uno per uno i giocatori e avendo da loro ricevuto assicurazioni circa la volontà di andare avanti con Mancini, che gode pertanto della nostra fiducia. Ringraziamo Di Simone per quanto ha fatto in questi anni e siamo pronti a riaccoglierlo in qualsiasi momento, ma per noi la coerenza viene prima di tutto, e in funzione di essa abbiamo deciso di agire».
Anche il patron dell’Ortona difende a spada tratta il suo allenatore: «D’Orazio non si tocca», conferma il presidente Lucio Cupello, «essendo il meno responsabile dell’attuale situazione, per la quale potrebbero invece pagare un paio di giocatori, che alla riapertura del mercato novembrino potrebbero andar via. Domenica la squadra ha giocato male, ma siamo ugualmente fiduciosi di poter presto risalire la china».
Obiettivo simile a quello del Casoli, che sta per annunciare l’avvicendamento tecnico tra Gino Ranieri e Leonardo Di Florio (un ritorno, il suo). Questi, dopo aver visto la squadra all’opera con l’Atessa, ha preteso almeno un rinforzo per reparto.
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