PENNE - Il fondo, speriamo, è stato toccato. Ora si può solo migliorare, cambiando naturalmente le carte in tavola. La contestazione, pesante e condivisbile, scoppiata al termine della gara è di quelle che in 30 anni di "Penne" non avevo mai visto, nè mai pensato di vedere. E non mi riferisco solo ai 20-30 ragazzi che hanno lanciato cori e costretto Mancini alla scorta dei carabinieri, ma alla totalità della tribuna che, al fischio finale, compatta ha gridato tutta la sua rabbia. Mancini, dicevamo, obiettivo principale, ma, novità, sotto accusa anche la squadra (era ora) e la società. Ormai certo, mi correggo, probabile (non si sa mai), l'esonero del tecnico. Intanto la vigilia si era caratterizzata dalle dimissioni presentate dall'ex presidente Luciano Di Simone e dal direttore sportivo Roberto Druda. Il motivo? Incomprensioni insanabili (a detta loro) con i nuovi dirigenti. Certamente una perdita non da poco per la ASD Penne Calcio (nuova denominazione, la D sta per dilettanti), sia dal punto di vista tecnico per le indubbie capacità dei due dissidenti, sia umano, per la passione mostrata in questi anni. La speranza è che il buon senso torni protagonista, che i cocci possano ricomporsi (con una buona colla..) in modo da poter ritrovare la serenità perduta. C'è bisogno di tutti in questo momento così difficile: della capacità di reperire fondi dei nuovi dirigenti (innegabile) e della competenza di Di Simone e Druda. I tifosi, oggi contestatori, sicuramente torneranno ad incitare e spingere la squadra. Non c'è tempo da perdere, però, l'obbligo è svoltare in fretta. Data per scontata la cacciata dell'allenatore si pone la scelta del sostituto, ed è vietato sbagliare. I "vecchi dirigenti" avevano pensato a Fanì, profondo conoscitore del campionato e abituato a vincere. I tifosi hanno inneggiato a Beppe Donatelli e si sapeva. Entrambi farebbero al caso. In giro, liberi, anche Piero Di Pietro e Attilio Piccioni. Altri, non credo siano all'altezza, nè minestre riscaldate troppe volte (Colangelo), nè esperimenti vari.
La partita? Passa in secondo piano considerate le premesse. Il Notaresco ha fatto pchissimo per vincerla, il Penne ancora meno anche se il pareggio sarebbe stato più giusto. L'ex mai dimenticato Bobo Contini (lui sì da prendere) approfitta di una dormita colossale di capitan Cicchitti e fa secco Cianci. Sono passati solo 4 minuti e la sensazione è che la frittata sia stata fatta. Il Penne, senza l'infortunato Del Gallo e gli abbonati alla tribuna Masini e Ciarrocca, è schierato con Francesco D'Addazio sull'out destro di difesa al posto di Marrone e Matteo D'Addazio al centro con Cicchitti. Sacripante chiude la linea difensiva, sulla sinistra. Mediana a 4: Correa e Landeiro al centro, Palmarini e Della Marra sulle fasce. Lalli e Panico in attacco. Scelte nuove e definitive? Macchè. Passa mezz'ora di noia assoluta e Mancini sconvolge tatticamente la squadra: fuori Della Marra, dentro Parmigiani. Ora il modulo è un 4-3-3. Nel Notaresco Contini e Melisi indietreggiano a centrocampo e il gioco è fatto: netta superiorità numerica (5 contro 3). I vestini allora passano ai lanci lunghi (non potrebbero fare diversamente) e qualche mischia si crea sotto porta senza fortuna. Nella ripresa fuori anche Lalli, l'unico ficcante dei suoi, e stavolta la "messa" è davvero finita. Solo il tempo per Panico di divorarsi un gol (sfortuna), la gara finisce e la contestazione ha inizio.
PENNE: Cianci 6, D’Addazio M. 6, Cicchitti 5, Landeiro 5,5, D’Addazio F. 6, Sacripante 5,5, Lalli 6,5 (23’ st Carota 6,5), Della Marra sv (38’ pt Parmigiani 6), Panico 5,5, Correa 5,5 (23’st Fonticoli), Palmarini 6. All.: Mancini |
Notaresco: Angelini 7, Barlafante 6,5, Valiante 6,5, Forcella A. 6, Di Furia 7, Sabatelli 7, Contini 7, Di Nicola 6 (8’ st Pela 6,5), Orta 6 (17’ st Di Matteo), Rastelli 6 (27’ st Paparo), Melisi 7. All.: Di Pietro |
Marcatori: 4’ pt Contini |
Arbitro: Rossi di Sulmona 6,5 |
Note: spettatori 400 circa, una trentina gli ospiti. Violenta contestazione a fine gara nei confronti del tecnico Felice Mancini |
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