ATRI – Penne assente ingiustificato per oltre un’ora e, giustamente, criticato dai suoi tifosi. L’atteggiamento mostrato dalla truppa di Mancini è quello classico di chi si impegna al minimo delle possibilità, come quegli alunni che vanno avanti con l’intento di raccogliere una sufficienza e di scampare alle interrogazioni. Contro un avversario modesto e votato alla difesa neppure troppo organizzata, privo di elementi quali Medori (entrato nel finale) e Stirparo, il Penne gioca un discreto quarto d’ora del primo tempo per poi adagiarsi al basso livello della contesa e rischiare così di perdere in malo modo. Salvati solo da un miracolo di Cianci (cresce il ragazzino), dalla traversa e dalla mira appena errata dell’ex Chiarella che ha fatto un figurone. Dicevamo del buon avvio di gara in chiave offensiva a cui si è però contrapposta la solita debolezza difensiva con una serie di errori incomprensibile di elementi esperti. E Ciarrocca, nel frattempo, assiste alla partita dalla tribuna in compagnia di Masini (appiedato e accompagnato ad Atri da un tifoso!!!) e di Fonticoli: un patrimonio tecnico fuori squadra. Ma andiamo con ordine. Mancini ripropone l’undici di domenica scorsa, pieno zeppo di difetti di impostazione che erano stati mascherati solo dal 3-0 rifilato al fanalino di coda Casoli. E allora difesa a quattro con Marrone a destra (prova opaca), Francesco D’Addazio e Cicchitti al centro (capitano irriconoscibile) e Sacripante a sinistra (senza infamia e senza lode, al solito). Spostiamoci al centrocampo, la vera nota dolente. Landeiro centrale è l’unica cosa certa, perché i volenterosi e incolpevoli Della Marra e Palmarini corrono spesso a vuoto alla ricerca della posizione migliore senza mai trovarla. Lodevole la personalità mostrata dai due ragazzi pennesi. Poi c’è Correa. Il sudamericano ha classe da vendere, si vede lontano un miglio, ma viene impiegato dapprima largo sulla fascia destra (mancino puro), poi su quella sinistra. Il risultato? Non entra quasi mai nel vivo del gioco e quando lo fa illumina. Sprecato in posizione decentrata, appare evidente che debba essere utilizzato al centro, magari al vertice alto di un rombo, e sempre col pallone tra i piedi. Davanti Del Gallo e Lalli, serviti solo all’inizio, poi cambio affrettato: fuori l’argentino dentro Panico. Nel finale dentro pure Parmigiani. Della serie confusione per confusione le provo tutte, ma il rischio grosso è quello di prenderle.
A fine gara negli spogliatoi Felice Mancini piazza una frase che riassume la situazione che si è venuta a creare: “Con la presunzione non si va da nessuna parte”. Parole sante mister Mancini, il problema è che “vinceremo il campionato” l’ha dichiarato la società e i tifosi ora aspettano solo di vincere. Già perché (lo ripeto da due mesi) certe dichiarazioni non si fanno, e l’incompetenza mixata con la presunzione di alcuni non porta a niente di buono.
Hatria: Ioannoni 6,5, Iezzi 6,5, Di Nicola 6, Gabriele 6,5, Roamnelli 6,5, Del Principe 6, Conversi 5,5 (25' st Medori 7), Durante 5,5, Ciccarelli 5 (25' st Sorricchio), Castagna 5,5 (34' st Ridolfo), Chiarella 7. All.: Valbruni |
PENNE: Cianci 6,5, Marrone 5,5, Cicchitti 5,5, D'Addazio F. 6, Sacripante 5,5, Palmarini 6, Della Marra 6 (30' st Francia), Landeiro 6, Correa 6, Del Gallo 6 (34' st Parmigiani), Lalli 5,5 (6' st Panico 5,5). All.: Mancini |
Arbitro: Settimi di Lanciano 6 |
Note: spettatori 250 circa (metà pennesi); cielo nuvoloso, terreno in discrete condizioni |
Nessun commento:
Posta un commento