"In genere non parlo degli arbitri, voglio solo sottolineare che dalla panchina anche noi tecnici siamo in grado di valutare certi episodi, mi riferisco alla ventina di fuori gioco fischiatici contro". Rinaldo Cifaldi riconosce che "qualcuno di troppo fra gli uomini di esperienza ha sbagliato la partita", ma al contempo manda una frecciatina alla terna arbitrale per quei millimetrici fuori gioco che l'hanno fatto spesso sussultare dalla panchina.
Ciò detto, fatti i complimenti al Penne, "squadra agile e di categoria", Cifaldi assolve Giaquinto ("è giovane, certe indecisioni possiamo perdonargliele"), striglia i senatori pur senza far nomi ("da chi ha mestiere è lecito aspettarsi qualcosa in più") elogia la prova del neo acquisto Galluzzo ("di serie superiore") e non fa drammi per il primato in classifica del Casoli, vittorioso a Montesilvano ("ieri è toccato a noi, oggi a loro, in questo gioco conta solo la classifica che ci sarà ad aprile").
Ma al di là della cancellata monta la protesta degli ultras della curva Volpi. Il Pari con il Penne, bestia nera del Chieti, è quasi una sconfitta per i tifosi che invitano al conciliabolo il co-presidente Marcello La Rovere. Bastano poche parole per capire che aria tira: La Rovere sferra un pugno a una porta per poi ficcarsi negli spogliatoi contrariato.
Sul fronte biancorosso Fabio Montani è seccato nel constatare come la stampa ascriva il momentaneo vantaggio del Penne a una papera della difesa teatina. "Ma quale regalo, la verità", commenta Montani, "è che il Penne ha praticato un calcio intenso e di grossa qualità tenendo a bada una squadra disegnata per vincere. Purtroppo per noi Nepa ha trovato un gran gol, scaturito da una punizione nella cui gestione abbiamo peccato d'esperienza. Lì bastava disturbare Contini e forse ora staremmo a commentare un altro risultato". (o.d'a.)
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